Vicini di casa rumorosi?
Per la Cassazione deve prevalere il diritto al normale svolgimento della vita familiare.
Il fatto
La vicenda d’interesse trae origine dal disturbo provocato ad alcuni vicini dai rumori degli animali (galli, galline, cani e tortore) custoditi su un fondo confinante.
I vicini si sono quindi rivolti all’Autorità Giudiziaria al fine di ottenere la cessazione delle immissioni sonore moleste ed il risarcimento dei danni subiti.
La decisione della Corte di cassazione
La Seconda Sezione civile della Corte ha parzialmente accolto le ragioni dei ricorrenti, affermando che l’assenza di un danno biologico documentato non sia ostativa al risarcimento del danno non patrimoniale conseguente ad immissioni sonore illecite.
In particolare, il risarcimento può essere ottenuto allorchè siano stati lesi:
- il diritto al normale svolgimento della vita familiare all’interno della propria abitazione
- il diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiane.
Infatti, entrambi tali diritti rientrano tra quelli costituzionalmente garantiti nonchè tutelati dall’art. 8 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo.
Gli oneri probatori
Uno degli aspetti interessanti della pronuncia della Cassazione riguarda la prova del pregiudizio che deve essere fornita.
Per il Collegio, la prova della turbativa della vita domestica può essere fornita non solo mediante consulenza tecnica; bensì anche con presunzioni.
Infatti, in tale ambito, il Giudice può autonomamente apprezzare le emergenze probatorie e riconoscere il carattere della intollerabilità delle immissioni sonore.
Potete leggere il testo integrale dell’ordinanza QUI →
Se avete necessità di consulenza su questo argomento ovvero di assistenza giudiziale, potete rivolgerVi all’avv. Andrea Spreafico.
(torna alla pagina delle notizie)