Tempi dei processi e Recovery Plan

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Sono i tempi dei processi ed il Recovery Plan al centro delle discussioni parlamentari.

La Commissione ministeriale, i capigruppo di maggioranza della Commissione giustizia della Camera e il Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, si sono riuniti con l’obiettivo di approvare le leggi di delegazione per la riforma del processo civile, penale e del Csm.

Processi rapidi o niente fondi europei

I tempi dei giudizi civili e penali italiani sono nel mirino dell’Europa, che ha posto quale condizione per la concessione degli aiuti un loro deciso taglio.

L’Italia è infatti uno dei Paesi nei quali la giustizia, in particolare quella civile, è più lenta: oltre 500 giorni di media per una sentenza.

L’obiettivo della Commissione ministeriale, che ha lavorato alla riforma del processo penale, è quello di approvare prima del prossimo autunno le leggi che consentano di procedere alle riforme nell’ottica di contenere fortemente i tempi della “giustizia”.

Il Guardasigilli ha sottolineato che «l’impegno con l’Europa è tanto ambizioso, quanto vincolante: se non si tagliano in modo drastico i tempi dei processi, addio fondi del Recovery».

Il Ministro ha ricordato che se l’Italia non approverà queste tre importanti leggi entro la fine dell’anno (2021), mancherà a un impegno assunto con la Commissione per ottenere le risorse europee.

La posta in gioco sono le risorse del Recovery Plan.

I numeri sono impressionanti

Per quanto riguarda i procedimenti penali, l’Italia dovrà tagliare i tempi dei giudizi del 25%.
Ancora non è dato comprendere se ciò avverrà con l’assunzione di nuovi Magistrati e personale amministrativo; ovvero depenalizzando alcune fatispecie di reato ovvero ancora agendo su altri meccanismi procedurali, che consentano la deflazione pretesa dall’Europa.

Il quadro è comunque chiaro.
E la riforma della Giustizia non più procrastinabile.

L’eccessiva durata dei procedimenti penali in Italia determina due disfunzioni, che costituiscono violazioni di principi costituzionali ed europei:

  1. l’eccessivo numero di processi che si concludono con la prescrizione
  2. la violazione del fondamentale diritto alla ragionevole durata del processo da parte degli imputati.

Mentre i “tempi lunghi” della giustizia civile incidono, in maniera fortemente negativa, sulla competività delle imprese e sul rispetto dei diritti dei cittadini.

Sono aspetti che incidono, in modo sostanziale, sul grado di civiltà del nostro Paese.


Potete approfondire i temi trattati dal Ministro della Giustizia QUI →

Per la relativa consulenza od assistenza, potete contattare l’avv. Andrea Spreafico.

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