Sanzioni agli over 50 non vaccinati

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Sanzioni agli over 50 non vaccinati.

Dallo scorso 15 Febbraio è entrato in vigore l’obbligo vaccinale previsto dal D.L. 1/2022 per tutti coloro che abbiano compiuto i 50 anni d’età.
Tanti gli Enti coinvolti nel procedimento di controllo e di irrogazione della sanzione (100,00 Euro).

Di seguito, chiariamo gli aspetti più rilevanti di questo tema così dibattuto.

Il decreto e l’irrogazione della sanzione

L’art. 1 del d.l. n. 1/2022 ha introdotto l’art. 4 sexies del d.l. n. 44/2021 il quale prevede l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria di 100,00= Euro per gli over 50 che, all’1 Febbraio 2022, non abbiano iniziato il ciclo vaccinale primario od effettuato la dose di completamento del ciclo vaccinale primario.

La sanzione è prevista anche per chi non abbia effettuato la dose di richiamo successiva al ciclo vaccinale entro il termine di validità del green pass.

L’irrogazione della sanzione sarà effettuata dal Ministero della salute, tramite l’Agenzia delle entrate-Riscossione.

L’Agenzia comunicherà ai soggetti inadempienti l’avvio del procedimento sanzionatorio.
Indicherà loro il termine perentorio di dieci giorni per comunicare all’ASL l’eventuale certificazione in loro possesso.
Con la comunicazione potranno essere indicate le ragioni di differimento o di esenzione dall’obbligo vaccinale; ovvero le altre ragioni di assoluta e oggettiva impossibilità.

L’ASL, nel termine perentorio di dieci giorni dalla ricezione della comunicazione da parte degli interessati, trasmetterà all’Agenzia un’attestazione relativa all’insussistenza dell’obbligo vaccinale o all’impossibilità di adempiervi.

Nel caso in cui l’ASL non fornisca tale attestazione, l’Agenzia provvederà alla notifica di un avviso di addebito, con valore di titolo esecutivo.

Il parere del Garante

Il Governo ha poi richiesto il parere del Garante per la protezione dei dati personali, al cui ottenimento era condizionato l’avvio delle verifiche automatizzate dell’obbligo vaccinale per le categorie obbligate.

Il Garante ha resto un parere positivo, articolandolo in 5 diversi “capitoli tematici” e suddividendo i trattamenti dei dati personali secondo la loro finalità di verifica:

  1. rispetto dell’obbligo vaccinale ai fini dell’irrogazione delle sanzioni amministrative pecuniarie;
  2. rispetto dell’obbligo della vaccinazione per il personale delle università, delle istituzioni di alta formazione artistica, coreutica e musicale e degli istituti tecnici superiori;
  3. verifica delle certificazioni verdi Covid-19 nel contesto lavorativo;
  4. verifica delle certificazioni verdi Covid-19 degli studenti nel contesto scolastico;
  5. ulteriori misure a tutela degli interessati.

Il Garante ha evidenziato che il testo dello schema di decreto abbia già recepito le indicazioni fornite dalla stessa Autority.

Ed ha sottolineato che il decreto abbia opportunamente previsto che i trattamenti di dati personali connessi all’attuazione dell’obbligo vaccinale per i cosiddetti “over 50” e alle nuove modalità di verifica del green pass in diversi contesti (scuola, lavoro) debbano avvenire nel pieno rispetto della normativa sulla privacy.

Ciò sarà fatto mediante l’adozione di misure di garanzia appropriate per tutelare i diritti fondamentali e gli interessi delle persone fisiche interessate.

Il decreto cautelare del TAR del Lazio

Mentre il Governo sta attivando i meccanismi per verificare il rispetto degli obblighi vaccinali e per sanzionare chi vi si sottrae, la magistratura amministrativa “lavora in senso contrario“.

Con un recentissimo decreto, il TAR del Lazio ha infatti prospettato profili di illegittimità costituzionale della normativa concernente l’obbligo vaccinale per gli over 50.

Ed ha ritenuto che “in relazione alla privazione della retribuzione e quindi alla fonte di sostegno delle esigenze fondamentali di vita, sussistono profili di pregiudizio grave e irreparabile” tali da dover imporre al datore di lavoro di corrispondere almeno il 50% della retribuzione ai lavoratori sprovvisti di green pass che, per tale motivo, siano stati colpiti dal provvedimento di sospensione.

Per comprendere se l’obbligo vaccinale imposto agli over 50 sia legittimo, occorrerà pertanto attendere l’emissione della sentenza da parte del TAR; o, più probabilmente, da parte della Corte Costituzionale, nel caso in cui la questione le venga rimessa dal TAR.


Potete leggere il parere del Garante QUI → ed il decreto del TAR del Lazio QUI →

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