Per il Ministero del lavoro no allo smartworking tramite pec.
Il problema
Il Ministero del lavoro ha rilevato che un numero ingente di comunicazioni inerenti lo svolgimento del lavoro agile siano state trasmesse dai datori di lavoro tramite posta certificata.
Tale modalità – oltre ad essere contraria alla normativa vigente – ha creato una serie di disservizi.
Tanto da indurre il Ministero ha predisporre e diffondere una nota (la n. 2548 del 14 Luglio 2021) con cui ha evidenziato il problema e chiarito quali siano le corrette modalità di comunicazione.
La soluzione
Per il Ministero del lavoro, la trasmissione della comunicazione di smart working deve essere eseguita esclusivamente utilizzando l’applicativo informatico disponibile sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
In tal modo, vengono rispettate le istruzioni tecnico–procedurali fornite dall’ente.
La procedura semplificata già in uso (per la quale non è necessario allegare alcun accordo con il lavoratore) prevede esclusivamente l’uso di modulistica e applicativo informatico resi disponibili dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Le modalità di comunicazione del lavoro agile sono quelle previste dall’art. 90 commi III e IV del D.L. 34/2020. E dovranno essere adottate sino al 31 Dicembre 2021.
Le conseguenze
Il Ministero ha specificato che non siano ammesse modalità di trasmissione diverse ovvero equipollenti all’utilizzo della piattaforma informatica.
L’invio della comunicazione in oggetto a mezzo PEC non assolve infatti l’adempimento prescritto dalla normativa vigente.
Potete leggere la versione integrale della nota del Ministero del Lavoro QUI →