In tema di trasferimenti immobiliari in sede divorzile e privacy dei divorziati, segnaliamo una interessante sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo (CEDU).
Con sentenza emessa lo scorso 6 Aprile 2021 su ricorso di un cittadino austriaco promosso nel 2017, la Corte ha stabilito che l’obbligo di deposito integrale degli accordi di divorzio presso il catasto per ottenere il trasferimento tra i coniugi delle loro quote di proprietà di un immobile violi la privacy.
In particolare, il deposito della copia integrale del provvedimento violerebbe la privacy dell’ex coniuge richiedente la trascrizione; e, potenzialmente, anche la privacy dell’altro ex coniuge e degli eventuali loro figli.
La lesione dei dati sensibili deriverebbe dalla pubblicazione dei contenuti dei provvedimenti di divorzio. Tra questi vi sono l’affidamento dei figli minori, la residenza, lo stato e le disposizioni patrimoniali, etc.
Dati che non possono considerarsi necessari per l’effettuazione dei trasferimenti immobiliari in sede divorzile.
Ha osservato la Corte che, con il deposito dell’atto integrale avanti al catasto, per le finalità pubblicistiche proprie di tali registri tutti gli accordi divorzili diventino pubblici. E siano quindi liberamente accessibili a terzi.
Per tali motivi, è stato osservato che la legislazione nazionale non possa imporre un obbligo che, senza una valutazione preliminare, sacrifichi taluni diritti della persona tutelati dalle normative nazionali e comunitarie.
Pertanto, ha concluso la Corte, nei trasferimenti immobiliari in sede divorzile deve tutelarsi la privacy dei divorziati.
E, conseguentemente, per la CEDU per ottenere il trasferimento delle quote di proprietà tra ex coniugi deve ritenersi sufficiente la presentazione dell’estratto delle condizioni divorzili.
Vai al testo della sentenza → (in inglese).