Le dichiarazioni CAI valgono sino a prova contraria

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I punti chiave (c.d. Key Takeaways)
  • La Corte di Cassazione afferma che le dichiarazioni CAI valgono sino a prova contraria.
  • Il modulo CAI è utile per identificare le responsabilità in caso di incidente stradale.
  • La compilazione del modulo non è obbligatoria, ma è raccomandata per facilitare il risarcimento.
  • Le informazioni nel modulo CAI generano una presunzione legale, ma possono essere contestate dalle assicurazioni.
  • È onere dell’assicuratore fornire prove contrarie per superare la presunzione legale.

La Corte di Cassazione ha ribadito che le dichiarazioni CAI (ossia, la constatazione amichevole di incidente) valgono sino a prova contraria.

Il tema è di interesse diffuso e spesso viene trattato in modo erroneo. Pertanto, lo abbiamo chiarito ed approfondito in questo nostro articolo.



La constatazione amichevole di incidente (c.d. CAI o CID)

La constatazione amichevole di incidente (chiamata spesso anche, modulo CAI o CID) è un documento, in genere fornito dalla propria assicurazione, che ha lo scopo di identificare le persone ed i veicoli coinvolti in un incidente stradale.

La compilazione del modulo permette di stabilire le responsabilità dell’incidente; e, conseguentemente, di agevolare il risarcimento dei danni.

Benchè la compilazione e la sottoscrizione del modulo non sia obbligatoria, è certamente opportuna.

Assolve, inoltre, all’obbligo previsto dall’art. 189 comma IV del Codice della Strada di fornire le proprie generalità in caso di incidente.

La disposizione citata impone anche di fornire le altre informazioni utili, anche ai fini risarcitori, alle persone danneggiate.

Se queste non sono presenti, è comunque previsto l’obbligo di comunicare loro, nei modi possibili, le proprie generalità e le altre informazioni utili.

Il fatto storico

La vicenda portata all’esame della Suprema Corte di Cassazione riguarda un incidente stradale nel quale sono stati coinvolti più veicoli.

Il Giudice di Pace ha rigettato la richiesta di risarcimento formulata da uno dei conducenti coinvolti nel sinistro; il quale ha poi fatto appello.

Con l’impugnazione, il conducente ha chiesto che fosse positivamente valutato il modulo di constatazione amichevole di incidente (c.d. modulo CAI) sottoscritto dai conducenti coinvolti.

Il Tribunale ha però confermato la decisione del Giudice di Pace.

Nelle motivazioni, il Tribunale ha ritenuto che l’attore avrebbe dovuto consolidare la presunzione sull’andamento dei fatti contenuta nel CAI con altri mezzi di prova.

Ed ha affermato che le dichiarazioni contenute nel modulo CAI non abbiano valore di piena prova nemmeno nei confronti del solo confitente; ma devono essere liberamente apprezzate dal giudice. 

La questione è stata quindi portata all’esame della Cassazione.

Le motivazioni della Suprema Corte di Cassazione

Per la Corte, il modulo CAI sottoscritto congiuntamente dai conducenti coinvolti nel sinistro, genera una presunzione iuris tantum in ordine alla veridicità delle seguenti circostanze:

  • dinamica
  • conseguenze del sinistro in esso rappresentate.

Le informazioni contenute nel modulo CAI sono pertanto valevoli fino a prova contraria.

E’ onere della Compagnia di assicurazioni – che contesta le risultanze del modulo – fornire una prova contraria idonea a superare la presunzione legale.

Pertanto, la dichiarazione contenuta nel modulo CAI non ha valore di piena prova, ma di presunzione legale iuris tantum ed è superabile con prova contraria da parte dell’assicuratore.


Potete leggere il testo integrale della ordinanza della Suprema Corte di Cassazione QUI →

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